Sostenibilidad

Oltre la redditività: Annalisa Sentuti e Ali Diaz spiegano come la sostenibilità possa guidare la crescita delle aziende.

Nel contesto attuale, in cui la sostenibilità è diventata un tema prioritario per le aziende e la società, avere accesso a informazioni chiare e accurate sull’impatto ambientale, sociale ed economico delle organizzazioni è più che mai rilevante. Per questo motivo, in questo articolo abbiamo l’onore di avere la partecipazione di due ospiti molto speciali, esperti nel campo della rendicontazione di sostenibilità. Attraverso questa intervista, scopriremo come il reporting di sostenibilità stia facendo una differenza tangibile nel modo in cui le organizzazioni operano e si relazionano con il loro ambiente.

Basandosi sulla sua vasta esperienza nella consulenza e sulla sua vocazione alla formazione manageriale, GĚRENS diffonde argomenti attuali e di grande impatto.

Iniziamo con una breve bibliografia dei nostri ospiti, che GĚRENS ringrazia per la collaborazione:

 Annalisa Sentuti

Professoressa Associata di Economia Aziendale presso l’Università Carlos Bo – UNIUBR in Italia, Ph.d in Economia Aziendale presso l’Università di Macerata – Italia, e laurea in Economia e Commercio presso l’Università Carlos Bo – UNIURB in Italia. Insegna Economia Aziendale e Ragioneria, nonché Economia della Sostenibilità e ESG Reporting. È autrice e co-autrice di oltre 100 pubblicazioni e ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il Best Paper Award assegnato dall’ International Small Business Journal (ISBJ), nel 2020, nonché il Premio per la migliore tesi di dottorato assegnato da SIDREA – Società Italiana dei Docenti di Ragioneria ed Economia nel 2008.

Annalisa Sentuti

Ali Milagros Díaz Gálvez

Laurea magistrale (con 110 e Lode) e triennale in Economia e Management presso l’Università Carlos Bo – UNIURB in Italia, ed economista presso la Pontificia Università Cattolica del Perù – PUCP.  Consulente senior presso GĚRENS.  È co-autrice di 2 libri con la casa editrice GĚRENS e 1 con la PUCP.

 Ali Díaz

Introduzione alla sostenibilità:

Ali Diaz, come definirebbe la sostenibilità all’interno del contesto aziendale e perché è così rilevante oggi?

Sebbene il concetto di sostenibilità abbia ricevuto sempre più attenzione e il termine sia stato ampiamente utilizzato, attualmente non ha una definizione univoca e viene spesso confuso con il termine «sviluppo sostenibile». La parola sostenibilità è apparsa per la prima volta nel 1972 e come citato dalla ricercatrice Fiandrino Simona[1], in una pubblicazione del 2023, il concetto di sostenibilità aziendale non deve essere considerato come la somma delle sue componenti ambientali, sociali e di governance (ESG) ma piuttosto come un equilibrio; garantire la continuità aziendale. In conclusione, si tratta di un cambio di paradigma.

[1]Fiandrino Simona (2023). La sostenibilità aziendale in ottica sistemica-relazionale. Evoluzione concettuale e analisi di casi aziendali. Giappichelli Editore, Torino.

Prof.ssa Annalisa Sentuti, quali sono le principali sfide che le aziende devono affrontare quando cercano di implementare pratiche sostenibili?

Le principali sfide che le imprese affrontano quando decidono di implementare pratiche sostenibili sono riconducibili a tre ambiti: economico, normativo e culturale.

Dal punto di vista economico, queste pratiche richiedono spesso investimenti iniziali importanti e non sempre garantiscono un ritorno nel breve periodo. Ad esempio, ripensare i processi produttivi in un’ottica di sostenibilità, impiegare tecniche di efficientamento nell’uso delle risorse naturali (quali energia, acqua e gas), adottare imballaggi eco-compatibili, selezionare le materie prime tenendo conto degli aspetti etici e sociali, può risultare oneroso, specialmente per le piccole e medie imprese. Ma nel lungo periodo queste scelte si traducono spesso in vantaggi competitivi e riduzione dei costi operativi.

C’è poi la questione del quadro normativo di riferimento. Le regolamentazioni in materia di sostenibilità cambiano da nazione a nazione e sono in continua e rapida evoluzione. Le imprese devono decidere se adottare un approccio reattivo, limitandosi ad adeguarsi agli standard esistenti per adempiere agli obblighi normativi ed evitare sanzioni, oppure se adottare un approccio proattivo, strutturandosi per anticipare eventuali futuri cambiamenti legislativi e, soprattutto, essere in grado di cogliere nuove opportunità di mercato.

Infine, ma non per ordine di importanza, le imprese devono affrontare una cruciale sfida culturale: la sostenibilità non si limita a una serie di scelte economiche da pianificare o a un insieme di regole normative da seguire, ma implica un vero e proprio cambiamento di mentalità. E questo richiede il coinvolgimento del vertice aziendale, dei dipendenti, dei fornitori e dei clienti in un processo di trasformazione basato su valori condivisi e che valorizzi l’etica, la trasparenza e la responsabilità sociale dell’impresa. La vera sostenibilità non si traduce meramente nell’adozione di pratiche sostenibili ma implica credere profondamente nel valore, nella necessità e nell’importanza di questo cambiamento. Tale processo può incontrare resistenze, soprattutto in settori tradizionali o in mercati in cui la consapevolezza ambientale e sociale è ancora limitata.

Superare queste sfide richiede visione strategica, capacità di innovazione e stretta collaborazione tra imprese, istituzioni e società civile. Il futuro appartiene alle imprese che sapranno integrare la sostenibilità nel loro DNA, trasformando queste sfide in opportunità di crescita.

Integrazione della sostenibilità nella strategia aziendale:

Prof.ssa Annalisa Sentuti, quali sono i primi passi che un’azienda dovrebbe compiere per incorporare la sostenibilità nel proprio modello di business?

Dipende. Ci sono imprese che nascono facendo leva su strategie che pongono la sostenibilità al centro del loro modello di business. Penso, ad esempio, a tutte quelle realtà che sviluppano prodotti a partire dagli scarti di altri processi produttivi in una logica di economia circolare o alle imprese che operano nel settore delle energie rinnovabili. Queste aziende si fondano sul concetto di sostenibilità e tutti i loro passi sono orientati verso il miglioramento continuo. Ci sono, invece, imprese (e sono la stragrande maggioranza) che sono state create quando la sostenibilità non era un tema centrale o che comunque operano, come dicevo prima, in settori tradizionali o in mercati in cui la consapevolezza ambientale e sociale è ancora limitata. Ecco, in questo caso è necessario avviare un percorso di cambiamento e di ripensamento del modello di business.

Il primo passo è definire una visione chiara e misurabile di come l’impresa è, per poi decidere come vuole diventare ed entro quando. La sostenibilità non può essere solo un concetto astratto, ma deve essere integrata nella strategia aziendale: è fondamentale misurarla e stabilire obiettivi concreti da raggiungere. Questo significa, ad esempio, chiedersi: Quali sono gli impatti economici, ambientali e sociali della mia impresa? Quali effetti produce la mia governance in termini di sostenibilità? Quali miglioramenti posso implementare nel modello di business per aumentare gli impatti positivi e contenere o eliminare quelli negativi in una logica di sviluppo sostenibile?

Il passo successivo, quindi, è quello di compiere un’analisi approfondita del modello di business e dell’azienda a 360°, che parta dai processi aziendali e dai prodotti per comprendere come essi impattano sull’ambiente e sulla società, ma consideri anche le pratiche adottate dall’azienda nella supply chain, sul mercato o in relazione agli aspetti fiscali. Tale analisi dovrebbe essere finalizzata a misurare e valutare gli impatti economici, ambientali e sociali dell’impresa attraverso l’identificazione dei cosiddetti temi materiali, ossia delle tematiche, delle aree e delle questioni inerenti la sostenibilità che sono più rilevanti per l’impresa stessa.

Il terzo passo è comprendere come migliorare, ossia capire come intervenire sul modello di business e sull’azienda per prevenire e mitigare gli impatti negativi e per rendere conto agli stakeholder del proprio comportamento. Pensare di compiere tutto e subito è improponibile, soprattutto per le imprese di piccole dimensioni. La domanda, quindi, è: da dove possiamo iniziare? Da dove vogliamo partire per innovare/migliorare i nostri prodotti, i nostri processi e le nostre pratiche in un’ottica di sostenibilità? Volendo, ad esempio, iniziare dall’aspetto ambientale, dalla scelta di materiali sostenibili all’efficienza energetica, fino all’economia circolare, ogni settore può trovare soluzioni per ridurre il proprio impatto negativo. L’innovazione è il motore della sostenibilità, ma anche i piccoli cambiamenti possono essere importanti per avviare una trasformazione e restare competitivi nel lungo termine.

Quarto passo, coinvolgere gli stakeholder. Lo sviluppo sostenibile riguarda tutti e la sostenibilità di un’impresa è un percorso collettivo. Collaborare con dipendenti, clienti, fornitori, finanziatori e comunità locali aiuta a creare un ecosistema favorevole al cambiamento. Recenti studi dimostrano che i modelli di business sostenibili tendono ad ampliarsi, a travalicare i limiti della singola impresa e a coinvolgere altri soggetti creando dei veri e propri “sustainable network business model” (Palazzi et al., in corso di pubblicazione) in cui ogni attore, direttamente o indirettamente, contribuisce alla sostenibilità dell’impresa.

Infine, la comunicazione e la trasparenza sono essenziali: comunicare in modo chiaro gli impegni e i progressi rafforza la fiducia e la reputazione aziendale. Questo ci porta all’ultimo passo da compiere: rendere conto agli stakeholder dei propri impatti, degli obiettivi che l’impresa si propone di raggiungere e dei risultati che via via consegue. Questo significa definire degli KPI (indicatori chiave di performance) e adottare standard riconosciuti (come il Global Reporting Initiative – GRI) per misurare gli impatti e il contributo dell’impresa allo sviluppo sostenibile, monitorare i progressi, correggere eventuali criticità e innescare un percorso di miglioramento.

La rendicontazione, che alcune aziende interpretano come punto di arrivo della sostenibilità o come principale obiettivo in termini di sostenibilità, andrebbe invece intesa come strumento che conclude un ciclo e pone le basi per aprirne un altro. La rendicontazione è solo la punta dell’iceberg di un approccio profondo, consapevole e sistematico alla sostenibilità, che non può dipendere da iniziative isolate o meramente dalle attività di comunicazione. La sostenibilità deve diventare parte integrante, come dicevo pocanzi, della strategia e della governance aziendale. Gli obiettivi ESG (ambientali, sociali e di governance) devono permeare il modello di business e tutte le pratiche aziendali. Incorporare la sostenibilità, in tal senso, significa ripensare il business in chiave di valore a lungo termine. Le imprese che sono in grado di abbracciare questo cambiamento non solo contribuiscono a un futuro migliore, ma rafforzano la loro competitività, attraggono investitori e conquistano la fiducia dei consumatori.

La ricerca di Ali Díaz

Un argomento molto importante di cui vogliamo parlare è la ricerca recentemente completata dalla Magister Ali Díaz, che è tornata in GĚRENS come professionista senior e sta già lavorando nella ricerca e nella consulenza presso la nostra azienda.

Ali Diaz, potrebbe dirci in cosa è consistita la sua ricerca?

La mia ricerca ha riguardato l’accountability di sostenibilità e due casi empirici: il Bilancio Sociale e l’Accountability delle Società Benefit quotate in Borsa e operanti in Italia. Il Bilancio Sociale è molto importante perché è il precursore degli attuali bilanci di sostenibilità.

L’obiettivo è stato quello di analizzare, in una prospettiva temporale, la diffusione della sustainability accountability, ovvero dalle sue origini, al suo stato attuale e delle sue prospettive future.

Ali Diaz, qual è stato il contributo della sua tesi al mondo della ricerca?

Il fatto che si tratti di una tesi di utilità pratica per qualsiasi lettore, soprattutto per manager, imprenditori e personale preposto alla responsabilità sociale, ovvero si tratta di una sorta di manuale guida aggiornato che non solo mostra le origini di tutte le tematiche più importanti ma guida anche il processo decisionale aziendale verso un futuro sostenibile per il pianeta e l’umanità.

La sustainability accountability non è facile perché negli anni si sono moltiplicati un gran numero di termini, definizioni, standard, modelli ed emittenti di standard, fenomeno che l’americana Gilian Tett, nel 2020, ha definito «Alphabet soup».

Prof.ssa Annalisa Sentuti, potrebbe parlarci dell’importanza della tesi di laurea magistrale di Ali Díaz, che si è laureata con 110 e lode all’Università di Urbino Carlo Bo.

La tesi di laurea magistrale di Ali Díaz riveste un’importanza significativa per diversi motivi, sia accademici che pratici.

In primo luogo, l’elaborato approfondisce un tema di grande attualità e rilevanza. La rendicontazione di sostenibilità è da alcuni anni e oggi sempre di più al centro del dibattito economico, politico e normativo a livello globale. Le nuove direttive europee (NFRD e CSRD) impongono standard sempre più stringenti alle imprese, e la necessità di una comunicazione trasparente sugli impatti ambientali, sociali e di governance è diventata fondamentale. La ricerca analizza proprio questa evoluzione, offrendo una visione completa del passato, del presente e delle prospettive future della rendicontazione non finanziaria.

In secondo luogo, la tesi combina l’analisi teorica dei temi affrontati con lo studio empirico di un campione di Società Benefit quotate, offrendo una panoramica su come tali imprese si confrontano con il quadro normativo di riferimento e come realmente adottano e implementano la rendicontazione di sostenibilità. Dai risultati sono emerse interessanti spunti di riflessione per fornire indicazioni pratiche a imprenditori, manager e professionisti della sostenibilità. La ricerca può fungere da guida per chi vuole migliorare le proprie pratiche di reporting e comprendere il valore strategico della sostenibilità nel business.

Un altro aspetto interessante che emerge dalla tesi di Ali Díaz è l’analisi dell’offerta formativa, in ambito italiano, di insegnamenti universitari in materia di rendicontazione di sostenibilità. I risultati mettono in luce un gap formativo importante (i corsi erogati sono ancora molto pochi) che, se colmato, potrebbe favorire una maggiore consapevolezza e preparazione delle future generazioni di professionisti e decisori aziendali.

Nel complesso, possiamo considerare la tesi di Ali Díaz un ponte tra esperienza personale e ricerca scientifica, in cui l’interesse maturato durante gli studi si è unito a una rigorosa, attuale ed efficace analisi empirica. Si tratta di un lavoro interessante che non solo approfondisce un tema centrale per il futuro delle imprese e della società, ma si propone anche come strumento di orientamento e di supporto per coloro che desiderano integrare la sostenibilità nel proprio modello di business.

Prof.ssa Annalisa Sentuti, potrebbe spiegare cosa significa «110 e lode»?

Nel sistema universitario italiano, “110 e lode” è il massimo voto che può essere assegnato a uno studente o a una studentessa al termine del proprio percorso di laurea. In particolare, 110 rappresenta il voto più alto possibile (il minimo è 66) e si può raggiungere solo partendo da un’ottima media dei voti conseguiti agli esami e realizzando una tesi molto buona. La lode, invece, viene assegnata quando la commissione – difronte alla quale il candidato o la candidata discutono la propria tesi – ritiene che il lavoro sia eccellente in quanto dimostra una conoscenza approfondita del tema trattato, ottime capacità analitiche, elevato spirito critico e propositivo.

Raggiungere il “110 e lode” è, quindi, il riconoscimento di un percorso accademico brillante, del merito e dell’impegno che lo studente o la studentessa hanno profuso con costanza durante gli studi e nell’elaborazione della tesi e che sottolinea senz’altro una preparazione superiore alla media.

Ali Díaz (Laurea magistrale, Urbino – Italia, 20.09.2024)

Discussione sui Bilanci di Sostenibilità

GĚRENS, nel novembre 2024, ha organizzato un’interessante discussione sui rapporti di sostenibilità, in cui la Magister Ali Díaz ha presentato alcuni dei risultati della sua ricerca e ha avuto un importante panel di esperti, tra cui la dott.ssa Ana Rosa Adaniya di GĚRENS, la signora Andrea Duclos di MMG Las Bambas e i signori Jorge Melo Vega e Cecilia Benavides dell’azienda di consulenza Responde.

Ali Díaz, può dirci quali sono state le questioni più importanti che sono state discusse nella conversazione?

Al centro della discussione: le tendenze attuali del reporting di sostenibilità in Europa, Italia e Perù. In particolare, sono stati affrontati i seguenti punti:

  • Il passaggio dalla comunicazione non finanziaria a quella della sostenibilità in Europa.
  • La rendicontazione di sostenibilità in Italia.
  • Sfide e opportunità nell’armonizzazione e standardizzazione dei report di sostenibilità.
  • Il reporting di sostenibilità nel caso peruviano: nuove tendenze.

Discussione «Tendenze attuali nella rendicontazione di sostenibilità in Europa, Italia e Perù»

GĚRENS, Lima, Perù (20.11.2024)

Continuiamo a parlare di sostenibilità ora

Regolamenti e standard:

Ali Díaz, quali sono oggi le normative o gli standard internazionali esistenti in Europa per guidare le aziende nel loro percorso verso la sostenibilità?

Per quanto riguarda gli standard internazionali, secondo l’International Trade Centre, nel 2019 sono stati individuati 255 standard relativi alla preparazione e alla diffusione di report relativi alle informazioni non finanziarie e alle pratiche ESG. Sebbene questa proliferazione di standard internazionali sia un segnale positivo dell’interesse suscitato dalla rendicontazione della sostenibilità, troppi standard possono generare confusione e non consentono la comparabilità tra i report di sostenibilità.

Di fronte a questo problema e ad altre criticità, l’Unione Europea si trova di fronte alla sfida di armonizzare i bilanci di sostenibilità nell’Unione Europea ampliando la base delle aziende di interesse pubblico obbligate a redigerli e pubblicarli; per questo motivo, nel 2022 ha emanato uno standard: la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) per Aumentare la qualità e la quantità delle informazioni sulla sostenibilità. In base a questo standard, la Commissione europea diventa il nuovo principale emittente di standard per la preparazione e la pubblicazione dei report di sostenibilità. Storicamente, la definizione degli standard è stata sviluppata e guidata da istituzioni private.

Innovazione e tecnologia:

Ali Díaz, che ruolo gioca l’innovazione tecnologica nel migliorare la sostenibilità delle aziende?

L’innovazione tecnologica gioca un ruolo molto importante nel migliorare la sostenibilità delle aziende. Nell’Unione Europea, ad es. l’attuazione della nuova direttiva CSRD imporrà alle imprese di utilizzare formati di rendicontazione digitali e leggibili per migliorare l’accessibilità, la comparabilità e l’utilizzo dei dati sulle questioni di sostenibilità. Richiederà una formazione specifica e che le aziende siano dotate di strumenti (software) adeguati. La sfida sarà quella di utilizzare le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale (AI) per sviluppare e comunicare meglio i report di sostenibilità.

Consumatori e sostenibilità:

Prof.ssa Annalisa Sentuti, quali aspettative hanno oggi i consumatori in relazione alla sostenibilità delle aziende?

Dovremmo fare alcune distinzioni perché diversi sono i fattori che incidono sulle aspettative dei consumatori. Elementi come l’età, il titolo di studio, il reddito disponibile, il contesto socio-economico, la cultura, i valori e l’accesso alle informazioni, giocano un ruolo importante nell’influenzare le percezioni, le priorità, le aspettative e quindi le scelte dei consumatori. Premesso questo, volendo individuare un trend più generale, possiamo dire che oggi i consumatori sono sempre più consapevoli e attenti alle pratiche di sostenibilità delle imprese e le loro aspettative, sotto questo punto di vista, sono crescenti. Per molti la sostenibilità è un vero e proprio criterio di scelta nell’acquisto di prodotti e servizi: l’attenzione viene posta, ad esempio, sulle materie prime utilizzate, sugli imballaggi, sulla filiera corta, sulle possibilità di riciclo o riutilizzo, sulla reputazione aziendale. I consumatori più attenti non si accontentano più di slogan “green”, ma cercano informazioni dettagliate, dati verificabili, certificazioni riconosciute e premiano le aziende più trasparenti, che offrono prodotti e servizi con un basso impatto ambientale, che sono impegnate dal punto di vista sociale, capaci di garantire condizioni di lavoro etiche, rispetto dei diritti umani lungo tutta la filiera produttiva e supporto alle comunità locali.

Accanto a questa sensibilità spiccata da parte di molti, tuttavia, permangono comportamenti ancora poco attenti alla sostenibilità da parte di altri. Basti pensare al mercato del fast fashion o a chi acquista nei marketplace online che puntano su prezzi stracciati, acquisti d’impulso e consumo uso e getta. Queste realtà hanno impatti devastanti in termini di sostenibilità dovuti all’enorme produzione di rifiuti, alle condizioni di lavoro quantomeno discutibili, all’inquinamento che generano. Ciò non significa che i clienti del fast fashion o dei marketplace di cui sopra siano contrari alla sostenibilità, ma semplicemente che non la considerano un criterio prioritario nelle loro scelte d’acquisto. Spesso sono influenzati da altri fattori come mancanza di consapevolezza, vincoli economici, abitudini di consumo, disinteresse. Si tratta di una questione complessa, sulla quale c’è ancora molto lavoro da fare per, da un lato, educare e rendere più consapevoli i consumatori e, dall’altro, regolamentare questi settori e spingere le imprese ad essere più responsabili.

La sostenibilità è un elemento dal quale non possiamo prescindere, la maggioranza dei consumatori ne è assolutamente consapevole e le loro aspettative a riguardo saranno sempre più impellenti.

Prof.ssa Annalisa Sentuti, in che modo le aziende possono soddisfare queste aspettative senza compromettere la loro redditività economica?

È fondamentale adottare una visione di medio-lungo periodo e affrontare la questione in modo sia sistemico, ossia considerando l’impresa nella sua totalità, sia sistematico, cioè procedendo con ordine, metodo e pianificazione. La sostenibilità comporta costi nel breve e medio termine, ma deve essere vista come un investimento strategico per il lungo periodo, essenziale per mantenere, consolidare o accrescere il vantaggio competitivo.

Le imprese possono perseguire questo obiettivo in diversi modi: innovando i modelli di business e ottimizzando la gestione della supply chain, anche grazie alle nuove tecnologie; intercettando segmenti di mercato in cui i consumatori sono disposti a riconoscere un valore economico ai prodotti sostenibili; adottando principi di economia circolare, promuovendo il riuso e il riciclo; rendendo più efficienti i processi produttivi, riducendo gli sprechi e ottimizzando l’uso delle risorse; sfruttando opportunità di finanziamento agevolato e altre forme di incentivazione green; comunicando in modo trasparente e verificabile il proprio impegno per la sostenibilità, evitando il rischio di crisi reputazionali legate a pratiche non etiche o poco sostenibili.

Tutte queste strategie permettono all’impresa non solo di ottimizzare i costi, migliorare la fidelizzazione dei clienti e accedere a nuove opportunità di mercato, ma anche di rafforzare la propria capacità di attrarre investimenti. Così, le imprese possono rispondere alle crescenti aspettative dei consumatori in termini di sostenibilità ambientale e sociale senza compromettere la propria indispensabile sostenibilità economica.

Opportunità:

Ali Diaz, quali opportunità di crescita vede per le aziende che investono nella sostenibilità, soprattutto nei mercati emergenti?

Le aziende che investono nella sostenibilità rappresentano un nuovo paradigma da seguire, destinato a rimanere e svilupparsi, per il loro impatto positivo sul pianeta, sull’umanità e anche in termini economici, come previsto dal premio Nobel, Robert Shiller, il quale afferma che in futuro questo tipo di aziende otterrà i migliori risultati rispetto ad altre aziende.

Impatto e benefici della sostenibilità:

Ali Diaz, in che modo i servizi di consulenza sulla sostenibilità contribuiscono all’immagine o alla redditività di un’azienda? 

I servizi di consulenza sulla sostenibilità danno un contributo positivo all’immagine e alla redditività di un’azienda. Ci sono, ad es. Società di consulenza specializzate in sostenibilità che supportano le aziende nella redazione e pubblicazione dei bilanci di sostenibilità.

Quando si parla di immagine, c’è sempre il rischio che un’azienda pubblichi bilanci di sostenibilità in cui si comunica che sta portando avanti azioni sostenibili, ma con l’obiettivo di migliorare la propria immagine e reputazione quando in realtà non è così. Data questa mancanza di trasparenza in materia di sostenibilità, è molto importante avere un controllo esterno delle informazioni di carattere non finanziario, ad esempio per pubblicare rapporti di sostenibilità verificati che ne garantiscano la veridicità.

Il futuro della sostenibilità aziendale:

Prof.ssa Annalisa Sentuti, qual è la sua visione per il futuro della sostenibilità nel mondo degli affari?

Rispondo con un’altra domanda: quale futuro possiamo immaginare per il mondo degli affari, e per il pianeta intero, senza sostenibilità? Possiamo ancora permetterci un modello di economia lineare, fondato su un consumismo sfrenato, sullo sfruttamento intensivo di fonti fossili non rinnovabili e su un continuo, indiscriminato aumento dei rifiuti? È ancora accettabile produrre e consumare senza considerare l’impatto ambientale e sociale, ignorando lo sfruttamento del lavoro e il degrado degli ecosistemi? È davvero questo il futuro che vogliamo?

La mia visione, e la mia speranza, è che la sostenibilità smetta di essere solo uno slogan e diventi sempre più un insieme di pratiche concrete, etiche e responsabili. Le imprese hanno il potere e il dovere di guidare questo cambiamento, integrando la sostenibilità nei loro modelli di business in modo autentico e strategico.

Nel mio ruolo accademico, mi impegno ogni giorno per sensibilizzare, informare e formare le nuove generazioni, affinché abbiano gli strumenti per costruire un futuro in cui il successo economico vada di pari passo con il rispetto per l’ambiente e per le persone.

Riassumendo, sulla base delle risposte della Prof.ssa Annalisa Sentuti e di Ali Díaz, possiamo dire che la sostenibilità d’impresa è diventata una priorità fondamentale in un contesto globale che richiede una maggiore responsabilità sociale e ambientale. Come abbiamo visto, non si tratta solo di rispettare le normative o adottare pratiche sostenibili in modo superficiale, ma di raggiungere un equilibrio che garantisca la continuità a lungo termine delle aziende.

Nonostante le sfide economiche, normative e culturali che le organizzazioni devono affrontare, la sostenibilità rappresenta un’opportunità per innovare, migliorare la competitività e consolidare relazioni più responsabili con la società e l’ambiente. In questo senso, la vera sfida non è solo quella di attuare cambiamenti, ma di trasformare la mentalità aziendale, adottando un approccio propositivo e condiviso che diventi il motore di un futuro più equilibrato e sostenibile. Le aziende che riusciranno a incorporare questi principi nel loro DNA saranno quelle che prospereranno, non solo in termini finanziari, ma anche nella loro capacità di contribuire positivamente a un mondo più giusto ed equilibrato.

Presentazione della ricerca La rendicontazione di sostenibilità. Il caso del Bilancio Sociale in Italia e il caso della Rendicontazione di sostenibilità delle Società Benefit quotate in BorsaUrbino – Italia, 20.09.2024

 

 

Intervista di: Karen La Rosa Lora

La Scuola di Specializzazione GĚRENS desidera esprimere i suoi ringraziamenti speciali a Cristian Casalboni per il suo supporto nella traduzione dallo spagnolo all’italiano. 

Se vuoi leggere questo articolo in spagnolo, puoi farlo cliccando qui.

 

 

 

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